Sai cos’è un’agrominiera?

Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior…

Così cantava Fabrizio De André in una nota canzone e noi siamo senz’altro d’accordo, ma al Fairmined Licensee Meeting di Parigi (leggi qui per saperne di più), José Ignacio Pérez, general manager de “La Cooperativa Multiactiva Agrominera del Municipio de Íquira” ci ha fatto scoprire una prospettiva diversa parlandoci della agrominiera che gestisce in cooperativa insieme ad altri 30 soci e che oggi conta oltre 100 dipendenti, regolarmente assunti con contratti di lavoro equi e rispettosi del sistema di rigide tutele imposte dalla Alliance For Responsible Mining.

Era la prima volte che José abbandonava il Dipartimento di Huila nella Colombia sud occidentale, dove è altissima la concentrazione di miniere illegali, per venire a raccontare a un pubblico europeo come la cooperativa di cui fa parte abbia trasformato le criticità del territorio in cui è nato in un modello di valorizzazione delle sue incredibili risorse a vantaggio dei suoi abitanti, che stanno conoscendo per la prima volta il lusso di servizi sociali minimi e necessari (scuola, sanità, educazione) e della “salute” del territorio finalmente bonificato dall’inquinamento che lo stava danneggiando irrimediabilmente.

Il Municipio di Iquira è un’area in cui la terra è particolarmente generosa: la sua superficie naturalmente fertile la rende adatta all’agricoltura, mentre le sue falde sotterranee custodiscono oro e altri minerali preziosi. Una ricchezza che è bastato poco per trasformare in minaccia: la scoperta dell’oro ha immediatamente catturato l’attenzione dei minatori che hanno abbandonato i mezzi agricoli per dedicarsi alla assai più redditizia estrazione dei metalli. Tanto oro in poco tempo per arricchirsi in fretta. C’è solo un modo per farlo: uso massiccio di cianuro e mercurio poi abbandonati nel terreno, reso inevitabilmente inquinato e improduttivo. Impoverimento dell’area e dei suoi abitanti, degrado e miseria le sue conseguenze, fino a quando tre anni fa la ARM ha rivolto qui la sua attenzione iniziando un’opera di sensibilizzazione e una lunga concertazione con le compagnie di minatori illegali. Obiettivo principale: cambiare radicalmente il processo di estrazione rendendolo ecologicamente compatibile attraverso una netta riduzione dell’uso degli agenti chimici – dei quali l’utilizzo resta limitato esclusivamente a quelle situazioni in cui l’opera umana sarebbe troppo rischiosa o gravosa – e per i quali è previsto un severo protocollo di smaltimento.

Il primo passo è stato regolarizzare, attraverso la mediazione della ARM, le compagnie dei minatori trasformandole in una cooperativa riconosciuta dal governo colombiano. Contratti di lavoro in linea con le normative, sicurezza dei minatori, adozione di regole volte alla tutela del territorio ne sono state la prima conseguenza diretta. Ma c’è di più: l’abbandono delle pratiche inquinanti e la bonifica dell’area hanno consentito di mettere in atto un sistema integrato tra agricoltura e attività mineraria, raddoppiando i posti di lavoro, diversificando le attività economiche e dando vita a un ecosistema complementare ed ecocompatibile che sta portando sviluppo e ricchezza ai suoi abitanti. In questo modo la ARM può conseguire quell’obiettivo fondamentale che si prefigge dalla sua fondazione: rendere l’oro una risorsa sociale in grado di permettere alla popolazione locale di sostenersi in maniera dignitosa combattendo fame, povertà, malattie e degrado in maniera autonoma, gratificante e rispettosa per l’Ambiente. Nel suo impegno a ricreare un rapporto positivo tra l’Uomo e il suo Territorio si esprime infatti il lavoro della ARM: perché l’azione dell’Uomo sul contesto ambientale, necessaria al suo sostentamento, non si trasformi in sfruttamento cieco dagli esiti autodistruttivi ma nella valorizzazione delle sue diverse risorse economiche, ecologiche e sociali.

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