L’impronta di carbonio nell’attività estrattiva artigianale e su piccola scala

Il cambiamento climatico rappresenta una delle sfide più urgenti che l’umanità si trova ad affrontare. Con l’evidenza scientifica sempre più chiara sull’aumento delle temperature globali e sugli eventi climatici estremi sempre più frequenti, l’urgenza di adottare misure efficaci diventa pressante. Richiede azioni globali coordinate e ambiziose che trascendano i diversi settori e coinvolgano governi, imprese e cittadini.

CHE COS’E’ L’IMPRONTA DI CARBONIO

L’impronta carbonica (anche: impronta di carbonio, o in inglese: carbon footprint) è un parametro che viene utilizzato per stimare le emissioni gas serra causate da un prodotto, da un servizio, da un’organizzazione, da un evento o da un individuo. In altre parole: è la misura di quanto contribuiamo – o meno – al riscaldamento globale di origine antropica.

L’impatto delle emissioni di gas serra

Le emissioni di gas serra (GHG), come l’anidride carbonica (Co2), il metano (CH4) e il protossido di azoto (N20) sono identificate come le principali cause del riscaldamento globale. Il rapporto Global Carbon Budget (Team, 2023) stima una proiezione di 36.800 milioni di tonnellate di CO2 emesse nell’ambiente entro il 2023, mostrando un aumento dell’1,1% rispetto al 2022. Si tratta di una cifra preoccupante, poiché evidenzia l’impatto minimo che le nostre azioni hanno avuto fino ad ora perseguendo come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra per mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

Attività estrattiva e ambiente

Il rapporto tra attività mineraria e cambiamento climatico è complesso e sfaccettato. L’industria mineraria estrae minerali e metalli necessari per la fabbricazione di tecnologie “verdi”, come pannelli solari, turbine eoliche e batterie per veicoli elettrici, che possono contribuire a ridurre le emissioni di gas serra nell’atmosfera.

Paradossalmente, le attività minerarie generano impatti significativi sull’ambiente attraverso vari percorsi, soprattutto nelle operazioni informali e non regolamentate. Il più significativo di questi impatti è legato alle emissioni di gas serra durante le operazioni minerarie e la lavorazione dei minerali.

Inoltre, azioni come la deforestazione, l’uso di sostanze chimiche, l’inquinamento delle fonti idriche e il degrado del suolo rappresentano effetti normali delle attività minerarie e contribuiscono al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità.

Attualmente, le società minerarie formali di grandi e medie dimensioni hanno rafforzato le misure per ridurre l’impatto ambientale prodotto dalle loro attività. Strumenti di controllo interno ed esterno come procedure standardizzate, normative internazionali, obiettivi settoriali, pratiche di trasparenza e solide governances hanno dato maggior impulso alle buone pratiche del settore.

L’attività mineraria artigianale e su piccola scala (ASM) svolge un ruolo significativo nell’economia globale e nel sostentamento delle comunità di tutto il mondo.

Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), si stima che l’ASM dia lavoro direttamente a oltre 40 milioni di persone in più di 80 paesi, rappresentando una percentuale considerevole della forza lavoro mineraria globale.

L’ASM contribuisce in modo significativo ai redditi nazionali e allo sviluppo economico in molti paesi in via di sviluppo, rendendolo un settore chiave per la riduzione della povertà e la promozione dell’inclusione sociale.

Misurazione dell’impronta di carbonio nell’ASM (estrazione artigianale e su piccola scala)

A causa delle sue caratteristiche di elevata intensità di manodopera e bassa meccanizzazione, l’impatto ambientale generato dalle ASM deve essere esaminato diversamente da quello dell’attività mineraria su larga scala.
L’Alliance for Responsible Mining (ARM) ha progettato uno strumento adatto a misurare l’impronta di carbonio delle ASM.
Questo strumento consente di valutare in quale parte del processo nell’ASM si verifica la maggiore quantità di emissioni di CO2 e di dare priorità alle azioni di miglioramento per ridurre l’impronta di carbonio. Gli ambiti corrispondono a: emissioni dirette, emissioni indirette (energia), altre emissioni indirette.

Lo strumento di misurazione dell’impronta di carbonio in ASM quantifica la quantità di CO2 equivalente emessa da un’organizzazione mineraria in un anno di lavoro per la produzione di una certa quantità di minerale, in diverse operazioni di estrazione, con tecniche diverse, in depositi diversi e con attrezzature diverse.

Tonnellate di CO2eq per chilogrammo di oro.

Queste misurazioni dell’impronta di carbonio danno impulso ad azioni specifiche quali:

EFFICIENZA ENERGETICA
Adottare tecnologie e pratiche che riducono il consumo di energia nelle operazioni minerarie, come l’implementazione di attrezzature più efficienti, l’ottimizzazione dei processi di lavorazione e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile come l’energia solare o eolica quando possibile.

GESTIONE DEI RIFIUTI
Implementare sistemi di gestione dei rifiuti solidi e liquidi per ridurre al minimo l’inquinamento del suolo e dell’acqua. Promuovere il riutilizzo, il riciclaggio e il corretto smaltimento dei rifiuti generati durante le operazioni minerarie.

RIPRISTINO AMBIENTALE
Sviluppare piani di ripristino ambientale che includano la rivegetazione delle aree interessate dall’attività mineraria, la riabilitazione dei suoli degradati e il ripristino degli ecosistemi naturali.

COINVOLGIMENTO DELLE COMUNITA’ LOCALI
Coinvolgere le comunità locali nei processi decisionali e nella pianificazione delle attività minerarie, favorendo la trasparenza, il dialogo e il rispetto dei diritti delle comunità.

UTILIZZO DI SOSTANZE ECO-COMPATIBILI
Ridurre l’uso di sostanze inquinanti per proteggere la salute umana e la biodiversità e mitigare il cambiamento climatico.

UTILIZZO EFFICIENTE DELLE RISORSE
Dare priorità alla conservazione e alla gestione sostenibile delle risorse. Ciò comporta la creazione di aree protette, la promozione di pratiche agricole e forestali sostenibili e l’incentivazione dell’economia circolare.

L’impegno di ARM – Alliance for Responsible Mining – verso la responsabilità nelle ASM

Il mancato rispetto di queste azioni può avere conseguenze devastanti per la salute umana, la biodiversità, la sicurezza alimentare e il benessere economico delle comunità.

Ecco perché ARM è impegnata in pratiche responsabili che aiutano a mitigare il cambiamento climatico e a rispettare i diritti umani dei minatori e delle comunità e i territori in cui si svolgono le attività minerarie. Tra le nostre azioni c’è la progettazione di strumenti, input e strategie che promuovano un’attività estrattiva responsabile. Lo strumento di misurazione dell’impronta di carbonio adattato all’ASM integra altre azioni come lo sviluppo dello standard FAIRMINED, la promozione della formalizzazione delle miniere, l’assistenza tecnica e il rafforzamento dei processi di tracciabilità.

Bibliografia

FONTE: sito ARM https://www.responsiblemines.org/

Oro riciclato: una scelta etica?

L’utilizzo di materiali riciclati è un modo attraverso il quale le industrie affermano il proprio impegno a ridurre il proprio impatto ambientale, grazie a un minore impatto sulle emissioni di gas serra (GHG) e a una riduzione dello sfruttamento delle risorse del nostro pianeta.

Da oltre un decennio l’industria della gioielleria promuove l’uso dell’oro riciclato facendo riferimento a una catena di custodia responsabile (CoC) e a una dichiarazione di provenienza o tracciabilità. Quindi è questa davvero una ‘buona pratica’? Se per i miei gioielli utilizzo esclusivamente oro riciclato, ne sono responsabile? Proviamo a rispondere a queste domande.

Prima di tutto, diamo uno sguardo più da vicino al riciclaggio dell’oro. L’oro è uno dei materiali con la più alta percentuale di riciclo. Dalla sua scoperta, infatti, si sono ‘perse le tracce’ solamente del 2% di tutto l’oro estratto. Ma non facciamoci illusioni: la ragione di questa straordinaria percentuale non risiede tanto nella coscienza ambientale delle persone, ma piuttosto nel valore economico dell’oro.

Il contesto del riciclo dell’oro

Venendo ai numeri, dalla sua scoperta in Tracia (attualmente nell’Europa sud-orientale) 6.000 anni fa fino al 2017, sono state estratte 190.400 tonnellate di oro (Fonte: ‘GFMS GOLD SURVEY 2018’ Thomson Reuters, May 2018).
Ciò significa che le scorte in superficie rappresentano 60 anni dell’attuale produzione mineraria annua. Sapendo che la maggior parte di questo oro (69%) è molto facilmente riciclabile perché è nelle mani di privati possiamo dire che l’oro estratto annualmente ai giorni nostri rappresenta meno del 3% delle riserve auree facilmente acquisibili o riciclabili.

Rispetto alle 2.213 tonnellate di oro destinate alla fabbricazione di gioielli nel 2017, il riciclo dell’oro vecchio ammontava a 1.210 tonnellate. Ciò significa che oggi il 55% di tutti i gioielli prodotti a livello globale potrebbero essere realizzati in oro riciclato con poco sforzo.

Quando si considera la geografia, è interessante notare che i gioielli in Europa e Nord America non hanno bisogno di utilizzare oro appena estratto. Nel 2017 in Europa, 261 tonnellate di oro sono state destinate alla fabbricazione di gioielli mentre 326 tonnellate di oro sono state riciclate. Nel Nord America sono state utilizzate 83 tonnellate di oro per la fabbricazione di gioielli e 86 tonnellate sono state riciclate.
Quindi in questi due continenti, culla dei gioiellieri etici, le “miniere” sotterranee coprono tutte le esigenze di fabbricazione di gioielli. Ciò significa che l’utilizzo dell’oro riciclato è semplice e la prova migliore di ciò è il livello del premio dell’oro riciclato. Oggi l’oro riciclato in Europa viene venduto con un sovrapprezzo di 50 dollari al chilogrammo per un valore dell’oro di quasi 50.000 dollari. Allora dov’è lo sforzo? Dov’è l’impegno?

Le argomentazioni dei gioiellieri a favore dell’oro riciclato

Utilizzando l’oro riciclato, i gioiellieri affermano che ciò contribuirà a diminuire gli impatti negativi dell’oro ‘sporco’ riducendo la domanda del metallo appena estratto.
Questo è un inganno perché l’oro è denaro!
L’oro ha sempre svolto un ruolo importante nel sistema monetario internazionale ed è accettato a livello globale. L’oro può essere convertito in contanti quasi istantaneamente anche quando il sistema bancario non è operativo. Quindi l’oro non viene estratto per la gioielleria, inoltre abbiamo visto che ci sono scorte sufficienti per coprire la produzione.
L’oro viene estratto per generare denaro, nient’altro!
L’utilizzo dell’oro riciclato nell’industria della gioielleria non ne limiterà l’estrazione. Solo il prezzo dell’oro (che dipende molto più dall’insicurezza mondiale che dalla domanda di gioielli) e le riserve minerarie possono variare l’intensità dell’estrazione.

In generale, l’argomentazione posta per utilizzare l’oro riciclato è che l’estrazione dell’oro è uno dei tipi di estrazione più dannosi per l’ambiente e che milioni di minatori d’oro guadagnano salari bassi in condizioni di lavoro pericolose. Nell’estrazione industriale dell’oro (85% dell’oro appena estratto) gli impatti ambientali sono enormi. Basta sfogliare i rapporti delle principali miniere d’oro per rendersi conto che l’estrazione di 20 grammi d’oro genera 40 tonnellate di rifiuti minerari e oltre 520 kg di gas serra e consuma quasi 8 kg di cianuro (Fonte: 2017 SUSTAINABILITY REPORT – BEYOND THE MINE’ Newmont Mining 2018).

Dal lato dell’estrazione artigianale e su piccola scala (ASM – Artisanal and Small scale Mining) (15% dell’oro estratto), anche la questione del mercurio è molto problematica. Si stima che per un chilogrammo di oro ASM vengano utilizzati 3 chilogrammi di mercurio. Quindi, a prima vista, l’oro riciclato è l’unica soluzione per i gioiellieri etici per dissociarsi dall’immagine “sporca” dell’attività mineraria.

Anche il riciclo non è perfetto poiché i principali standard adottati dall’industria della gioielleria includono gli scarti di fabbricazione come materiale idoneo all’oro riciclato. Poiché alcune lavorazioni, in particolare nel segmento del lusso, possono generare più del 50% di rottami, ciò significa che l’oro appena estratto può essere introdotto come prodotto riciclato già poche settimane dopo la sua estrazione. Sono fermamente convinto che l’etichettatura dei gioielli realizzati con oro riciclato dovrebbe essere limitata ai prodotti di consumo a fine vita ed escludere gli scarti di fabbricazione.

Questa immagine “sporca” del settore minerario dovrebbe indubbiamente portare a chiedere il divieto dell’estrazione dell’oro a favore del semplice riciclo delle scorte esistenti, che sono già più che sufficienti a soddisfare le nostre esigenze. Ma l’estrazione dell’oro è anche un motore di sviluppo e offre un’opportunità unica di generare reddito per un gran numero di persone bisognose.

Acquistare oro certificato da attività estrattive responsabili, artigianali e su piccola scala

L’estrazione mineraria è giustificata nel caso dell’estrazione artigianale dell’oro che genera direttamente il sostentamento di circa 100 milioni di persone in tutto il mondo fornendo solo il 15% della produzione dell’estrazione dell’oro. Un chilogrammo di oro ASM dà lavoro a 50 minatori per un anno (nell’estrazione industriale un lavoratore può produrre 7 chilogrammi in un anno o un rapporto di intensità sociale di 1:350 tra i due sottosettori!). Quindi, se l’estrazione ASM è controllata dal punto di vista ambientale, responsabile e certificata, come garantisce l’etichetta Fairmined, i gioiellieri possono utilizzare questo oro ASM certificato generando un elevato impatto positivo nella creazione di posti di lavoro e un forte motore per lo sviluppo delle comunità locali.

Questo oro ASM certificato è uno strumento di sviluppo per milioni di persone e deve essere preferito al riciclato poiché porta progresso alle persone che ne hanno drasticamente bisogno. Naturalmente quest’oro per il momento è in quantità limitata ed è un po’ più costoso. Questo costo aggiuntivo è dovuto al fatto che garantisce un prezzo minimo dignitoso per il minatore, un premio per l’organizzazione mineraria e richiede un grande sforzo da parte di tutti gli attori della catena di approvvigionamento dedicata, al fine di adattare processi e logistica.

Utilizzare solo oro riciclato è poco etico poiché non porta progresso e sviluppo ad un settore che non scomparirà e che ha bisogno del sostegno del mercato per essere più responsabile. Inoltre, contrariamente all’oro ASM certificato, l’oro riciclato non viene fatto risalire al punto di estrazione, il che significa che nulla impedisce all’oro sporco estratto di finire tra l’oro “riciclato” – e anche abbastanza rapidamente come si è visto nel caso degli scarti di fabbricazione.

La soluzione per me: utilizzare la massima quantità responsabile di oro ASM e integrare i volumi mancanti con oro riciclato. L’oro riciclato è “oro neutro” che ha senso utilizzare come integrazione all’oro ASM responsabile.

Se desideri approfondire ulteriormente riascolta il contributo di Francesco Belloni sullo stesso tema cliccando QUI

(Fonte: intervista a Patrick Schein, member of the Alliance for Responsible Mining´s Board of Directors – sito: responsiblemines.org)

2024: Oro sempre più in alto

Certamente l’aumento del prezzo dell’oro, sotto gli occhi di tutti, riguarda direttamente il nostro lavoro e, di conseguenza, è tema di interesse anche per i nostri clienti.
Ecco perché abbiamo pensato di dedicare questo articolo al valore dell’oro.

Sgombriamo subito il campo da dubbi leciti: l’aumento rappresenta un vantaggio per i minatori delle miniere di piccola scala – in Colombia, in Perù – da cui noi acquistiamo l’oro @Fairmined per tutti i gioielli Ethical Jewels. Non solo: stimola i minatori informali a legalizzarsi per poter trarre vantaggio dall’aumento del prezzo di mercato. L’aumento è invece meno vantaggioso per l’acquirente finale che potrebbe vedere incrementare il prezzo dei gioielli in oro.

Nel giorno in cui stiamo scrivendo l’oro è salito fino a toccare i 2.147 dollari all’oncia troy (l’unità di misura con cui si usa pesare l’oro, che equivale a 31,1 grammi); parlando in euro e in grammi oggi l’oro vale 72,18 euro al grammo un valore mai raggiunto negli ultimi anni. Si può parlare di una vera e propria corsa all’oro!

Cerchiamo di capire perché.

Innanzitutto sappiamo che quando le sorti dell’economia sono traballanti e incerte ci si rivolge a quelli che vengono chiamati “bene rifugio”, ossia investimenti meno soggetti a perdite di valore inaspettate. E l’oro è senza dubbio uno di questi ‘beni rifugio’.
Infatti, negli ultimi periodi l’oro è stato molto acquistato e il suo valore è salito continuamente: gli acquisti sono aumentati a causa della pandemia del Covid-19, della guerra in Ucraina prima e del conflitto israelo-palestinese poi, dell’aumento dei tassi di interesse, etc.

“Ma da qualche settimana l’interesse degli investitori per l’oro si è intensificato anche per due motivi più specifici.

Il primo, quello più rilevante, è che c’è molta incertezza riguardo alle politiche monetarie, ossia come le banche centrali di tutto il mondo decidono di manipolare i tassi di interesse in base a come va l’inflazione. Dopo quasi due anni di rialzi ininterrotti in risposta a un’inflazione che non si vedeva da quarant’anni, le due banche centrali di riferimento a livello internazionale, la Federal Reserve statunitense e la Banca Centrale Europea, stanno tenendo i tassi di interesse fermi, e i mercati stanno cercando di capire quando inizieranno ad abbassarli, ora che l’aumento dei prezzi non sembra più un problema così grave.

L’oro beneficerebbe molto di un calo dei tassi, e i recenti acquisti sono stati motivati proprio da questa prospettiva. Mentre investire in titoli più tradizionali, come le obbligazioni, comporta il pagamento al possessore di un tasso di interesse periodico, l’oro non prevede nessun tipo di tasso di interesse o di rendimento: il guadagno di possedere oro dipende esclusivamente dall’aumento del valore dell’oro stesso. Per questo, quando i tassi sono alti gli investitori preferiscono comprare titoli, che possono dare rendimenti maggiori. Ma se i tassi di interesse scendono, come si prevede faranno nel prossimo futuro, detenere oro diventa più conveniente, perché le altre opportunità di investimento sono meno allettanti.” (fonte: IL POST)

Ma c’è un secondo importante fattore che ha comportato l’incredibile aumento recente del prezzo dell’oro ed è la fuga di investitori dalla Cina. Ossia l’oro rappresenta un buon “rifugio” dalle condizioni particolarmente complicate dell’economia cinese dove i consumi si sono ridotti, le esportazioni diminuite e diverse aziende straniere stanno lasciando il paese a causa delle grosse restrizioni anti spionaggio. La Cina sta acquistando oro perché questo metallo ha sempre fatto parte delle riserve delle banche centrali.
Insomma per la legge classica della domanda e dell’offerta, a un aumento della domanda corrisponde un aumento del prezzo.

Alcuni clienti ci chiedono se sia il momento di liberarsi “dell’oro della nonna”…. Motivazioni affettive a parte non possiamo certo essere noi a suggerire una risposta. Tuttavia siamo disponibili al confronto e vi invitiamo ad approfondire personalmente il tema. Per questo motivo vi lasciamo il link ad alcuni articoli utili.

https://bit.ly/intervista-pietro-cazzaniga
Intervista a Pietro Cazzaniga, analista finanziario di Altro Consumo

https://www.wired.it/article/oro-prezzo-salita/

https://bit.ly/oro-2024-record-storico

“Lotta contro i diamanti insanguinati”: USA e UE mettono al bando i diamanti russi.

Quasi due anni dopo che la Russia ha invaso l’Ucraina, il G7 ha raggiunto un accordo per tenere i diamanti insanguinati russi fuori dall’Unione Europea e dagli Stati Uniti a partire dal 2024.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy ha sottolineato che “la pace vale più dei diamanti” nel suo discorso al parlamento federale belga alla fine di marzo 2022, ma ci sono voluti quasi due anni perché il Belgio smettesse di finanziare la macchina da guerra russa attraverso il distretto dei diamanti di Anversa.

“Il commercio russo di diamanti insanguinati deve cessare e deve cessare in modo da fermare il finanziamento della macchina da guerra russa”, ha annunciato giovedì il primo ministro belga Alexander De Croo davanti al Parlamento federale. “Insieme al G7 abbiamo raggiunto un accordo che garantisce la chiusura del commercio russo di diamanti insanguinati, ma anche che Anversa possa continuare a svolgere il ruolo che svolge”.

Dal 1° gennaio 2024, il G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti) impone un divieto sull’importazione di diamanti dalla Russia sui propri mercati, importazione che pesa ad oggi per pari a oltre il 70% del commercio mondiale di diamanti.

Evitare scappatoie

In questo mese di marzo si aggiunge un divieto di importazione “indiretto”: i diamanti non potranno più essere importati attraverso un altro paese. Questo è importante perché in assenza di tale divieto un embargo potrebbe essere facilmente aggirato: I diamanti grezzi russi tagliati a Dubai, ad esempio, potrebbero essere rivenduti come se fossero indiani.

“L’accordo è stato raggiunto in seno al G7, e lì abbiamo dato davvero il massimo.”, ha detto De Croo.

Grazie ai nuovi accordi il G7 sta introducendo un nuovissimo sistema di tracciabilità per individuare l’origine del diamante. Tali certificati di origine esistono già da tempo, ma sono sempre stati molto soggetti a frodi.

Il nuovo sistema utilizzerà la tecnologia blockchain, che rende le contraffazioni molto più difficili. “Un nuovo passo nel lavoro pionieristico che il nostro Paese ha iniziato 25 anni fa nella lotta contro i diamanti insanguinati”, ha detto De Croo, fortemente coinvolto nei negoziati.

Il nuovo sistema utilizzerà la tecnologia blockchain, che rende le contraffazioni molto più difficili. “Un nuovo passo nel lavoro pionieristico che il nostro Paese ha iniziato 25 anni fa nella lotta contro i diamanti insanguinati”, ha detto De Croo, fortemente coinvolto nei negoziati.

Attraverso le nuove regole, la Russia perderà l’accesso al 70% del mercato globale dei diamanti e si prevede che le vendite di diamanti renderanno molto meno a causa della  riduzione delle dimensioni del mercato. Probabilmente ci vorrà del tempo prima che il divieto di importazione indiretta entri in vigore, ma fonti del settore affermano che, se tutto andrà bene, i diamanti russi dovrebbero essere completamente esclusi dal G7 entro il 1° settembre 2024.

Anche se il divieto di importazione e il nuovo meccanismo di tracciabilità sono stati annunciati dal G7 all’inizio di quest’anno, ci è voluto molto tempo perché si concretizzasse. Anche il settore dei diamanti di Anversa ha resistito a lungo alle sanzioni, ma la città si sta ora posizionando al centro del mercato dei diamanti “puliti”.

“Abbiamo lavorato duramente su questo accordo, e in effetti c’è voluto del tempo”, ha detto De Croo. “Grazie a questo accordo, Anversa rafforzerà la sua posizione di centro mondiale del commercio dei diamanti, diventando la porta di controllo dei diamanti per i quali possiamo garantire il corretto tracciamento dell’origine.”

(Fonte: Brussels Times, dicembre 2023 – by Maïthé Chini)

Minatori d’eccezione? Le formiche dell’Arizona

Oggi parliamo del granato, la splendida pietra preziosa nota per il suo colore rosso intenso.
Solitamente questa gemma viene estratta in modo tradizionale da minatori locali in diversi paesi del mondo come India, Brasile, Egitto e Thailandia.
Ma sapevate che in Arizona ci sono migliaia di minuscole creature che la estraggono al posto dei minatori? Si tratta di formiche! Nella Navajo Nation, infatti, la formica chiamata “mietitrice del Sud-Ovest” – del colore rosso-brunastro – scava in profondità il terreno portando il granato in superficie. A quel punto i Navajo raccolgono la pietra preziosa e la vendono. Le formiche spostano ciottoli, piccoli sassi, e appunto la pietra preziosa per fare spazio alle loro case.
Per essere ancora più specifici questo fenomeno avviene nella regione dei Four Corners dell’Arizona, appena a sud della Monument Valley e nei pressi delle città di Kayenta e Garnet Ridge.

Il “granato del formicaio” fu scoperto per la prima volta decenni fa dai nativi americani i quali si spostavano a piedi e osservavano attentamente il terreno per individuare segni di vegetazione, animali o altro. Naturalmente notarono le bellissime pietre di granato che, sebbene estremamente piccole, attiravano l’attenzione grazie alla loro sfumatura rossa, facile da individuare sullo sfondo del terreno chiaro.
Le splendide pietre si diffusero rapidamente e venivano già distribuite tra i pueblos del New Mexico verso la metà del 1500. Il “granato del formicaio” è un’esclusiva della terra dei nativi americani e non viene estratto in alcun altro modo, mantenendo così la sua rarità e unicità.

Il “granato del formicaio” è eccezionalmente piccolo: le pietre che superano il carato sono estremamente rare. Questa caratteristica, inizialmente considerata come un fatto negativo, risultò in realtà un elemento di successo. Infatti, si capì subito che gemme più grandi avrebbero restituito un colore estremamente scuro, quasi nero, in quanto la dimensione maggiore avrebbe impedito il passaggio della luce che permette di dare risalto alla tonalità rossa del granato.

Anthill Garnet Ring

L’ insolito colore “rosso rubino” della gemma è dato dalle alte concentrazioni di alluminio che caratterizzano le aree in cui la pietra si forma. Tuttavia esistono granati anche di altri colori come il nero, il verde e altri.

Il granato è riconosciuto come la pietra portafortuna di gennaio… e indossarlo è un ottimo modo per iniziare il nuovo anno. Secondo la leggenda, si dice che il “granato del formicaio” aiuti a superare l’ansia, a far circolare la pressione sanguigna e persino a migliorare la salute delle ossa, dei polmoni e del cuore. Infatti, durante il Medioevo, il granato era l’unica pietra preziosa che si diceva guarisse da avvelenamenti e curasse le ferite. Si dice anche che equilibri l’energia e ispiri amore portando fortuna e successo a chiunque lo indossi.
La parola ‘granato’ deriva da “gernet”, che significa “rosso scuro” e deriva dalla parola latina granum, che significa “grano” o “seme”… Alcuni sostengono che questa associazione con i “semi” derivi dalla dimensione e dal colore simili a quelli dei semi di melograno.

Il “granato formicaio” è davvero particolare e unico. Inoltre, può essere montato su qualsiasi tipo di gioiello che sia un anello, una collana o anche un braccialetto.

Alliance For Responsible Mining compie 20 anni!

Era il 2004 quando fu fondata “l’Alleanza per l’Estrazione Responsabile” (Alliance for Responsible Mining, ARM) una realtà di valore che vede i principali esperti mondiali di estrazione mineraria artigianale e di piccola scala collaborare incessantemente per un obiettivo comune. ARM lavora infatti per trasformare il settore minerario in un’attività socialmente e ambientalmente responsabile, migliorando al contempo la qualità della vita dei minatori artigianali, delle loro famiglie e comunità.

Si festeggiano quindi con orgoglio questi primi 20 anni di attività. Ma non solo. Quest’anno ricorre anche un altro anniversario: il decennale della definizione degli standard più elevati relativi all’estrazione responsabile dell’oro, gli “Standard Fairmined”.

Infatti, una delle aree strategiche sulle quali si basa la teoria del cambiamento di ARM è lo sviluppo di standard e sistemi di certificazione per l’attività mineraria artigianale e di piccola scala (ASM).
ARM sviluppa standard che cercano di trasformare l’industria mineraria artigianale al fine di raggiungere pratiche economiche, ambientali, organizzative e lavorative responsabili ed eque.

Lo standard “Fairmined” mira a creare opportunità per i minatori d’oro artigianali e di piccola scala, a facilitare un’organizzazione più efficace, a migliorare le condizioni di lavoro, a promuovere una gestione ambientale responsabile e a contribuire al benessere delle famiglie e delle comunità di minatori. Attraverso l’accesso a mercati equi, lo Standard Fairmined stabilisce un prezzo equo e assegna anche un premio all’organizzazione mineraria, da utilizzare per il suo miglioramento continuo e da condividere con tutta la comunità locale. Inoltre, i requisiti stabiliti nel sistema di certificazione e garanzia Fairmined garantiscono la conformità di tutte le parti interessate nella supply chain.

Nel corso degli anni l’impegno di ARM ha consentito quindi a migliaia di minatori di migliorare il metodo di lavoro, di trasformare le organizzazioni minerarie rendendoli più efficienti e produttive, e, soprattutto, di creare comunità inclusive che lavorano per un futuro migliore difendendo al tempo stesso il rispetto per i diritti umani e prendendosi cura giorno dopo giorno della salvaguardia dell’ambiente.

Come Ethical Jewels siamo orgogliosi di far parte di questo grande progetto e di farci portatori in Italia dei valori di ARM.

Per saperne di più
https://www.responsiblemines.org/en/history-2/

A Natale fai un acquisto brillante e generoso

Il Natale è bello se è Natale per tutti.

Quest’anno Ethical Jewels ha deciso di dedicare il suo Natale ai bambini malati di cancro a fianco della onlus Soleterre. Infatti, per ogni acquisto di un gioiello con diamante Ethical Jewels, Gioielleria Belloni contribuirà a garantire 2 mesi di accoglienza a un bambino o una bambina malati di cancro in Casa Soleterre.

Dal 2002 Soleterre garantisce il diritto alla salute e alla vita dei bambini e degli adolescenti malati di tumore. Perché ogni bambino malato deve poter diventare grande, sconfiggendo il cancro.

Per aumentare le possibilità di guarigione, oltre a migliorare la diagnosi e le terapie mediche, Soleterre si prende cura del benessere emotivo, psicologico e relazionale del bambino e della sua famiglia. Assicura accoglienza gratuita per il tempo necessario alle cure, perché chi soffre possa sentirsi a casa.

Con il programma di oncologia pediatrica internazionale Grande contro il Cancro Soleterre è attiva in Italia e in altri 6 Paesi nel mondo e raggiunge ogni anno oltre 3 mila beneficiari.

Il Policlinico S. Matteo di Pavia è tra le 21 strutture ospedaliere con cui Soleterre collabora in Italia e nel mondo.

Grazie per essere parte di un gesto così importante per dare ai bambini malati e alle loro famiglie un sostegno concreto in uno dei periodi più difficili della loro vita.