Oggi approfondiamo la conoscenza di Laura Volpi, scultrice orafa milanese.
Laura quando hai capito che volevi realizzare gioielli tuoi? Come è stato l’avvio della tua attività?
E’ stata la vita a condurmi al mondo del gioiello, perché la direzione che avevo intrapreso era nella scultura. Lavoravo nello studio di Arnaldo Pomodoro quando ebbi un grave incidente stradale, in seguito al quale non fui più in grado di compiere grandi sforzi. Rivalutai l’esperienza fatta in precedenza con lo scultore Davide De Paoli, con il quale mi ero cimentata nella realizzazione di monili, perfezionata poi sotto la guida dell’orafo fiorentino Roberto Banchi. E così è iniziata per me una meravigliosa avventura che mi ha portato alla piacevole scoperta che le sculture si possono indossare: non sono soltanto oggetti belli da vedere, ma possono essere anche parti preziose del nostro corpo.
Come definiresti la tua produzione? Cosa ti ispira maggiormente?
Direi che la mia ricerca si concretizza nella realizzazione di . Natura e corpo umano sono le mie principali fonti di ispirazione: le loro forme mi consentono di dare manifestazione concreta a stati o moti dell’animo che mi emozionano.
Da alcuni anni hai deciso di utilizzare metalli di provenienza certificata Fairmined. Cosa ti ha spinto a fare questa scelta?
La scelta di metalli Fairmined è stata per me immediata e naturale nel momento in cui, proprio grazie all’incontro con Francesco e Luisa Belloni, sono venuta a conoscenza di questa modalità di estrazione. Risponde a uno dei principi cardine che guidano la mia vita: il rispetto più pieno possibile di tutti gli esseri.
Puoi ricordare ai nostri lettori come avviene la collaborazione con Ethical Jewels?
La collaborazione con Ethical Jewels nasce in primo luogo dalla condivisione di valori fondamentali. A partire da questi si è sviluppata nel tempo una sinergia sempre più coinvolgente: ricordo che all’inizio erano stati selezionati da Francesco e Luisa dei modelli delle Linee IMPULSO, MINIMA e COLORE da realizzare in argento etico. All’inizio di quest’anno, su iniziativa di Ethical Jewels, abbiamo cominciato a realizzare anche modelli in oro etico 9 carati, alcuni dei quali impreziositi da diamanti etici. Sono stata invitata a partecipare alla loro presentazione in una intervista filmata, mentre io ho realizzato dei video che illustrano il processo creativo delle tre linee: in questo modo, la collaborazione si è estesa anche al racconto della nostra attività insieme sui rispettivi mezzi di comunicazione. Questa evoluzione del rapporto in senso più ampio e articolato è molto stimolante e gratificante per me, perché mi sento coinvolta in un progetto comune con persone dalla sensibilità affine, orientate all’offerta di oggetti “belli e buoni”: oggetti, che si possono considerare conformi all’ideale platonico della <kalokagathìa> (“bellezza e bontà”), un valore fondamentale alle origini della nostra Civiltà.
Pensi di poter essere da esempio anche per i tuoi colleghi indirizzandoli verso scelte di gioielleria etica e sostenibile?
Non ho la pretesa di ergermi a modello per nessuno, ma senza dubbio mi farebbe molto piacere se la mia scelta contribuisse ad aumentare la sensibilità degli operatori di settore su questo tema: come ho detto in precedenza, l’eticità, che io intendo come rispetto per tutti gli esseri, è uno dei valori fondamentali che guidano la mia vita. L’eticità, a sua volta, è secondo me la migliore garanzia di sostenibilità.
Cosa desideri per il futuro del tuo lavoro?
Il mio desiderio è di procedere sulla strada intrapresa: creare gioielli (“sculture indossabili”) sempre più belli, e più “buoni”.